Nel 1993 vidi il primo Jurassic Park, ieri dopo 22 anni ho visto Jurassic World. Che dire? Sorvoliamo sulla trama (banale) giusto per non rovinare qualche sorpresa a chi ancora non lo ha visto.
Il film è sostanzialmente uno spot lungo 2 ore di Samsung. Tutti in questo film utilizzano un Galaxy, dal bambino con i capelli da angioletto, alla squinzia del parco, alla dirigente. Tutti. Neanche la decenza di cambiare un po’ i modelli, Samsung deve aver pagato bene (inoltre quasi tutte le chiamate avvenivano a telefono spento). Tant’è che nel “parco” è addirittura presente un “Samsung Innovation Center”. Oltre ai coreani, anche i tedeschi avranno dato qualche milioncino alla povera Universal Pictures, visto che ci sono Mercedes come se piovesse. Proprio l’auto tipica che ci si aspetterebbe di vedere in una foresta. Fortuna che la Fiat sta inguaiata, e che quindi questi investimenti non può permetterseli, altrimenti avremmo visto le Panda a zonzo per il resort di Spielberg. Immancabile il protagonista che per dissetarsi beve una Coca-Cola con la gocciolina e logo ben in vista, mi aspettavo che dicesse “bevila ghiacciata”.
Dimenticate poi Alan Grant e Ellie Sattler del primo film, due persone sostanzialmente normali, perché oggi abbiamo Owen Grady e Claire Dearing. Lui, quando non è impegnato a umiliare Cristiano Ronaldo con il suo fisico, passa le sue giornate ad addomesticare i velociraptor. Questi ultimi, sebbene la scienza abbia più volte ribadito che erano alti mezzo metro con 15kg di peso e con le piume (delle galline grasse in sintesi), nel film ci vengono sempre proposti come lucertoloni di due metri più intelligenti dei cani. In quest’ultimo film questo “problema” viene però spiegato dicendo che il DNA dei dinosauri è stato fuso con quello di altri animali e con un DNA puro si sarebbe ottenuto un risultato molto diverso. Giustamente, il primo libro è del ’90, il primo film è del ’93, le piume nei fossili sono state trovate nel 2007… qualcosa dovevano inventarsi.
Per quanto riguarda la protagonista femminile, uscita direttamente dall’armadio di Marina Berlusconi, per tutto il film corre, salta e vola rigorosamente con i tacchi a spillo (qui un fermo immagine). Neanche in Tomb Raider si spinsero a tanto.
Addirittura riesce a sfuggire a una T-Rex con le suddette scarpe. La stessa bestiolina che nel primo film raggiunse una jeep in quinta. Ma perché in quei campi di calcio ci ostiniamo a far mettere le Nike Football ai calciatori? Mettetegli i tacchi a spillo di questa signorina.
Ci riesce lei, ci riuscivano le tre Occhi di Gatto, ci riusciranno anche i calciatori. Capelli perfetti, che dall’ufficio alla corsa nella foresta passano da un piastrato scalato a un frisè sbarazzino.
Immancabile il “cattivo umano obeso” con l’idea idiota, il buono sfigato, i bambini da salvare. Un altro elemento assente nei primi tre film che evidentemente era proprio necessario inserire in questo è la storia d’amore. Patetica, diciamolo. Claire nel film che fa la sostenuta quando poi la ragazza seduta accanto a me a ogni scena con Owen squirtava contro la poltrona di fronte. Stendiamo proprio un pietoso velo.
Conclusione: un film molto grande, con tanti effetti, tanti soldi, tanti telefoni Galaxy, tante Mercedes, ma di sostanza povero. Lontano anni luce dal primo, quella era proprio un’altra epoca. Andatelo a vedere per puro spirito di nostalgia.