In tanti mi hanno segnalato la puntata di Forum che è andata in onda oggi su Rete 4. Sinceramente non ho idea di come funzioni a Forum, supponevo che degli attori in studio interpretassero i ruoli dei protagonisti di cause reali. Anche perché qualche faccia con parrucca l’ho vista in più di un’occasione. Sono anche amico di diverse persone che lavorano in questa trasmissione e venni intervistato, un anno fa, in merito a una causa con protagonista una probabile mamma pancina. Qual è il problema di oggi? Non tanto la causa, ma le parole espresse dal giudice.
“Ma tanto sono cose false”, non c’entra niente. Anche se ci fosse la conferma, da parte della produzione, che la storia andata in onda sia di fantasia, comunque questa viene proposta al pubblico, su rete nazionale, come vera o facente parte il vero, tratta un tema verosimile, quindi non possono essere proposti ai telespettatori determinati messaggi. Quindi chiudiamo questa obiezione sul nascere.
La causa tratta di un bambino di quattro anni, nato da uno stupro ai danni di una diciassettenne vergine, da parte di un ragazzo maggiorenne. Il padre in galera, il bambino con la madre. La nonna paterna, però, desidera incontrare il bambino, la madre nega il consenso e quindi le due sono finite a Forum.
Segue la causa il giudice Melita Cavallo, una donna. Fin dalle prime battute il giudice ha un atteggiamento un po’ forte nei riguardi della ragazza stuprata, dalla sua bocca sono uscite queste frasi:
“Ogni bambino ha diritto alla propria identità, un bambino ha diritto di sapere chi è suo padre.”
“Quest’uomo in carcere si è comportato in maniera encomiabile, tant’è vero che se avesse avuto una difesa più ferrata sarebbe già uscito.”
“Lei non è stata supportata psicologicamente in maniera adeguata, altrimenti non sarebbe così violenta.”
“Carissima signora, il padre di questo bambino non è assolutamente un mostro.”
“Risulta dal processo che avevate bevuto e quindi già questo è qualcosa…”
Giudice “Se lei aveva 17 anni, lui ne aveva 18, non ne aveva 40.”
Vittima “Ma è uguale!”
Giudice “No, non è uguale”
“Anche lei aveva partecipato al bere eccessivo e si era recata in quel posto.”
Vittima “nei mesi precedenti mi ha mandato dei fiori, ma io non ho mai ricambiato”
Giudice “eh certo, nessuno ricambia i fiori” ironica.
La madre dello stupratore poi, ancora più allucinante.
“Lui ti ha corteggiato però, lui era innamorato.”
Anni e anni di lotte per i diritti delle donne gettati nel cesso. E il tutto su Rete 4 a ora di pranzo.
Sulla pagina Facebook di Forum, a questo indirizzo, i commenti sono inferociti. Il giudice non doveva permettersi di veicolare in TV questi messaggi. Qui la puntata in streaming, vi basterà guardare i primi 15 minuti.
Intanto su Twitter.
Impedita a questa signora che fa il Giudice di tornare in onda!
E’ veramente inguardabile, inascoltabile
Sto tizio le ha rovinato la vita, però, siccome ha espiato la pena bisogna imporre alla vittima la presunta ragionevolezza che è solo nella testa del Giudice— Kitersan – Io Sono Skino Antifascista (@kitersan) 23 gennaio 2019
Mi auguro mettiate un freno a questo scempio, state facendo passare un messaggio sbagliato, non entro nel merito giuridico non avendone le competenze, ma la disumanità con cui state trattando una vittima di stupro è inaccettabile
— Barbie Turici (@ChiaraMente91) 23 gennaio 2019
Ma la vergogna l’avete buttata nel cesso?
— Valmore Fornaroli (@valmore_36) 23 gennaio 2019
Dunque per la giudice Cavallo un bicchiere di vino bevuto da una ragazza legittima il suo stupro , che , tra l’altro può essere agevolmente superato.Stiamo messi bene!
— Giuseppina (@Giusepp81600552) 23 gennaio 2019
Sui social del programma la gente chiede una presa di posizione di Barbara Palombelli e le scuse del giudice. Intanto è stata pubblicata la risposta di Telefono Rosa alle email ricevute.
Informiamo che abbiamo provveduto ad inviare diverse segnalazioni a Mediaset chiedendo di intervenire presso la giudice Melita Cavallo affinche usi un atteggiamento diverso nei confronti di una donna che oltre ad aver subìto un affronto grave come uno stupro è messa anche in condizioni di vergognarsi, così come esplicitato da molti di voi. Stiamo esaminando il caso per valutare l’invio della segnalazione al Garante per la comunicazione.