Libera di morire ma non di abortire, la donna a San Marino può scegliere di immolarsi per la sopravvivenza del feto o di andare in galera se interrompe la gravidanza.
Le dodici parrocchie di San Marino hanno raccolto le firme il 6 marzo per questa decisione e, come riporta L’Espresso, i 500 parrocchiani hanno sottoscritto che l’aborto viene concesso solo nel caso in cui la donna sia in pericolo di vita a causa della gravidanza. Gli ideatori di questa proposta di legge hanno stabilito che le richieste della donna possono essere ascoltate solo se questa voglia immolarsi per salvare il feto. Si tratta di un’iniziativa popolare ed entro sei mesi il Parlamento della Repubblica di San Marino, il Consiglio Grande e Generale, dovrà decidere se accogliere la proposta o meno. L’aborto rimane punito con il carcere, la pena da scontare varia da tre a sei anni. È la forte influenza della Diocesi di San Marino che stabilisce certi dettami, pena ridotta se la donna che interrompe la gravidanza non è sposata, questioni di onore. Obbligo di portare a termine la gravidanza per donne stuprate, disabili, minorenni, oltre che per le unioni incestuose e le malformazioni del feto anche gravi.
Fonte: L’Espresso