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PERCHÉ I CATTOLICI FESTEGGIANO IL NATALE?

Categorie: Lettere dal MedioevoPerle DistruttiveRiflessioni
By 24/12/2015No Comments

In questo periodo si parla di coerenza. Dov’è la coerenza degli atei che festeggiano? Si chiedono i menomati. A parte che da chi vive un’esistenza nell’incoerenza non dovrebbe partire alcuna lezioncina sull’argomento, comunque però l’UAAR ha pensato di rispondere con una vignetta.

Io invece ho pensato di rispondere con questo post. La vera domanda non è infatti “perché gli atei festeggiano una festa commerciale?”, ma “perché lo fanno i cattolici?”.

Perché Gesù è nato il 25 dicembre!

La data di nascita di Cristo non è riportata nei vangeli. Fin dai primi secoli, i cristiani svilupparono diverse tradizioni, basate su ragionamenti teologici. Questi fissavano il giorno della nascita in date diverse, tanto che il filosofo Clemente Alessandrino (150 – 215 d.c.) annotava in un suo scritto: Non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno (Stromata, I,21,146.)

È necessario notare, comunque, che la data del 25 dicembre sia errata, in quanto periodo invernale, in netto contrasto con le abitudini dei pastori betleemiti dell’epoca. Difatti è inverosimile che dei pastori potessero pascere il gregge in un periodo così inidoneo. Generalmente si considera più fondata l’ipotesi secondo cui il periodo della nascita si aggiri tra i primi di settembre.

Perché è sempre stata una festa cristiana!

Anni prima della nascita di Cristo i pagani festeggiavano il Sole Invincibile (Sol Invictus) proprio il 25 dicembre vale a dire poco dopo il solstizio d’inverno (21). La decisione di celebrare la nascita di Cristo in coincidenza col solstizio d’inverno ha dato origine a molte controversie, dato che le indicazioni temporali indirette fornite dai vangeli sono imprecise e di difficile interpretazione. Le prime notizie di feste cristiane risalgono circa all’anno 200. Clemente di Alessandria riporta diverse date festeggiate in Egitto, che sembrano coincidere con l’Epifania o col periodo pasquale (cfr. Data di nascita di Gesù). Nel 204 circa, invece, Ippolito di Roma propose il 25 dicembre. La decisione, tuttavia, di uniformare la data delle celebrazioni proprio il 25 dicembre potrebbe essere stata stabilita in buona parte per motivi “politici” in modo da congiungersi e sovrapporsi alle feste pagane dei saturnali e del Sol invictus.

La confusione fra i culti continuò per alcuni secoli, anche perché, ovviamente, l’editto di Teodosio, che proibiva i culti diversi dal cristianesimo, non determinò la conversione dei pagani. Ancora ottanta anni dopo, nel 460, il papa Leone I sconsolato scriveva:

«È così tanto stimata questa religione del Sole che alcuni cristiani, prima di entrare nella Basilica di San Pietro in Vaticano, dopo aver salito la scalinata, si volgono verso il Sole e piegando la testa si inchinano in onore dell’astro fulgente. Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana. I cristiani devono astenersi da ogni apparenza di ossequio a questo culto degli dei.»

(Papa Leone I, 7° sermone tenuto nel Natale del 460 – XXVII-4)

La sovrapposizione fra culto solare e culto cristiano ha dato origine a molte controversie, tanto che alcuni hanno sostenuto che il cristianesimo sia stato pesantemente influenzato dal mitraismo e dal culto del Sol invictus o addirittura trovi in essi la sua radice vera. Questa opinione è nata nel Rinascimento e si è diffusa ampiamente anche fra i cristiani. Ancora alla fine del XX secolo il vescovo siriano Jacob Bar-Salibi scrisse:

«Era costume dei pagani celebrare al 25 dicembre la nascita del Sole, in onore del quale accendevano fuochi come segno di festività. Anche i Cristiani prendevano parte a queste solennità. Quando i dotti della Chiesa notarono che i Cristiani erano fin troppo legati a questa festività, decisero in concilio che la “vera” Natività doveva essere proclamata in quel giorno.»

( Jacob Bar-Salibi)

Inoltre il 21 dicembre i pagani festeggiavano Yule, quello che oggi è uno dei grandi quattro sabbat delle streghe, infatti tutti i simboli natalizi furono presi proprio da questa festività: vischio, agrifoglio, l’abete addobbato, le candele rosse, i nastri, le palle, le calze, etc…

Perché Babbo Natale è cristiano!

Prima della conversione al cristianesimo, il folklore tedesco narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una grande battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti.

La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di San Nicola. All’inizio del ‘900 poi “Babbo Natale” diventò “rosso”, grazie a una pubblicità della Coca-Cola. Cristianissimo.

Perché la Befana è cristiana!

L’origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare.

L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno.

In quest’ottica l’uso dei doni assumerebbe un valore propiziatorio per l’anno nuovo.

Un’ipotesi suggestiva è quella che collega la Befana con una festa romana, che si svolgeva all’inizio dell’anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine “strenna”) e durante la quale si scambiavano regali.

La Befana si richiama pure ad alcune figure della mitologia germanica, Holda e Berchta, sempre come personificazione della natura invernale.

Perché lo scambiarsi i doni a Natale è cristiano!

Durante la celebrazione della festa pagana detta Sigillaria (20 dicembre) era in uso oltre 2000 anni fa la tradizione di regalare ai propri cari un oggetto, questa tradizione insieme a molte di Yule vennero assimilate nel Natale moderno.

Perché l’albero di Natale è cristiano!

L’immagine dell’albero come simbolo del rinnovarsi della vita è un tradizionale tema pagano, presente sia nel mondo antico che medioevale e, probabilmente, in seguito assimilato dal cristianesimo.

Come già detto… l’abete era un simbolo di Yule e della stregoneria, cosa c’entra un abete con il clima di Bettlemme, non si sa. L’albero sempreverde era simbolo di fortuna e prosperità.

Perché il presepe è cristiano!

Per comprendere il significato originario del presepe, occorre chiarire la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.

I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).

Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l’accensione di una fiammella.

In prossimità della festa detta Sigillaria (20 dicembre) i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno. In attesa di Yule (21 dicembre), il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.

Dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciando ciotole con cibo e vino.

Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati” dai loro trapassati nonni e bisnonni.

Dopo l’assunzione del potere nell’impero (IV secolo), in pochi secoli i cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi.

Essendo una tradizione molto antica e particolarmente sentita (perché rivolta al ricordo dei familiari defunti), il presepe sopravvisse nella cultura rurale con il significato originario almeno fino al XV secolo e, in alcune regioni italiane, ben oltre. Qualcuno lo spieghi a Salvini e agli altri idioti che gli belano dietro.

Quindi alla domanda “Perché i cattolici festeggiano il Natale?”, la risposta è:

Perché 2000 anni fa per poter agevolare sui popoli conquistati la diffusione della nuova religione monoteista (contro la politeista), vennero fuse tutte insieme varie feste pagane creandone una sola che potesse simboleggiare la nascita di Cristo, oggi ha un significato al 90% commerciale e se si scendesse in piazza a fare un sondaggio chiedendo, ad esempio, “Cosa c’entra un abete con la nascita di Cristo visto che gli abeti in Israele non ci sono?” la risposta che verrà data sarà “È tradizione”… Oggi comunque non tutti i cristiani lo festeggiano, per dire, i testimoni di Geova non lo fanno, proprio per via di questo elenco di oggettività.

Per i vostri figli poi avrei qualcosa da dire… una realtà oggettiva in merito a Babbo Natale…