Io amo i film horror, li amo al punto da fare anche lo sfigato della situazione andando al cinema a vederli da solo, questo perché ho amici con gusti assai tristi. Film capaci di inquietarmi, non dico spaventarmi, ma che almeno siano stati capaci di farmi un attimo riflettere sulla vicenda, ne conto pochissimi ultimamente: Sinister, The Witch… sicuramente non quelli della saga The Conjuring, anche se qualitativamente li ho sempre apprezzati. Sempre, tranne oggi con The NUN.
Primo consiglio: se volete vedere un horror saltate lo spettacolo delle 20:00 con i ragazzini, c’è mancato poco che venerdì mattina fossi uscito su tutti i giornali per aver innescato una rissa al The Space Cinema.
Questa recensione pretende gli spoiler, ma vi avviserò prima di farne con una bella scritta a caratteri cubitali, quindi leggete senza timore.
Il film è idiota, riassumiamolo quindi con queste quattro parole. Salvata l’ambientazione, il “mostro” che comunque è figo e il “dettaglio finale” che lega la pellicola al resto della saga, tutto il resto è da bruciare. Ci sono problemi di sceneggiatura in campo logico che davvero sono imbarazzanti, i personaggi hanno comportamenti talmente demenziali che davvero ti verrebbe voglia di fracassare un asse da stiro dietro alla schiena della novizia e del sacerdote. Poi, a 3/4 del film, si passa da un horror/ebete a un adventure/idiota. La gente in sala rideva, mai vista una cosa simile.
Nonostante ciò non mi sento neanche di sconsigliarlo totalmente, perché magari se la visione venisse affrontata con il giusto spirito, un’oretta e mezza davanti alla TV, con una pizza e due amici brilli, potrebbe pure creare un mood accettabile. Sicuramente vi sconsiglio di spendere soldi per vederlo al cinema. Ma bando alle ciance e passiamo alla parte
SPOILER
RESPIRO.
Il film, ambientato negli anni ’50, inizia con due suore che si aggirano in una tetra abbazia in Romania. Una di queste, madre Coraggio, supera una porta con su incista la scritta in latino “Qui finisce Dio” e scompare nelle tenebre. Riapparirà dopo poco morta ammazzata, l’altra, madre Lepre, scappa via nella sua cella per poi impiccarsi lanciandosi dalla finestra. Tutto ciò per impedire al demone Valak di prendere la sua anima. E qui, signore e signori, abbiamo già la prima incongruenza logica. Io non dico che tutti gli horror debbano seguire delle regole standard, ma almeno quelli che fanno parte della stessa “saga” sì! Nel film Annabelle, infatti, anche lì c’è un demone che ha bisogno di un’anima, e cerca di ottenerla mediante il suicidio della protagonista. Appunto perché il suicidio, per la dottrina cristiana, è un peccato gravissimo. In The Nun, invece, diventa un’ancora di salvezza dalla dannazione. Ma che caz…
Il giorno dopo (mi pare) il cadavere della suora viene ritrovato da un fotomodello che, quando non è impegnato a sfilare per Dolce & Gabbana, spacca la legna, seduce le paesane e porta i viveri alle suore ogni paio di mesi. L’abbazia è in tutto e per tutto il castello di Dracula, con quel bel cimitero gotico pieno di croci storte, erbacce, nebbiolina, corvi neri e tutto il necessary per dormire in zona sonni tranquilli. Sempre come in Dracula, anche il paesino è popolato da bigotti che non parlano del maniero manco sotto tortura e in quel bosco i cavalli, dopo tot chilometri, scioperano. Non so se volesse davvero essere una citazione a Bram Stoker, ma a questo punto lo spero.
Il giovane virgulto, che nel film viene chiamato -il francese- (anche se poi preciserà di essere franco-canadese), decide quindi di avvisare il Vaticano. E io qui già mi immagino un contadinotto, nel 1952, da un paesino della Romania, che telefona al centralino della Santa Sede. Manco, che ne so, il sindaco della città, un prete, un’autorità, no, lui.
Immaginiamo la telefonata che non abbiamo ascoltato:
“Vaticano? Salve, nel nostro paesino di 100 abitanti in Romania si è suicidata una suora!”
“Oh che disgrazia. Quindi?”
Invece la cosa viene subito considerata come un qualcosa di gravissimo, tant’è che nelle sacre stanze, del palazzo apostolico, subito mega riunione per decidere il da farsi. Per evitare “lo scandalo”. Ma scandalo de che, che manco al paesino sapevano della morta? Ma poi, voglio dire, manco per i preti pedofili tutto ‘sto clamore, sorvolando sulla componente paranormale della vicenda, ma ai loro occhi si trattava di un banale suicidio, sono cose che capitano eh. Comunque per i porporati bisognava andare a fondo alla faccenda, quindi fanno chiamare un prete esorcista, tale padre Burke. Al quale viene associata una novizia, suor Irene.
“Ah, e come mai mi devo portare dietro a questa?”
“È pratica della zona.”
“Ah, va bene.”
Poi la incontra e scopre che questa in Romania non c’era mai stata e a quel punto lui “Ah vabbè, comunque se il Vaticano mi ha detto di portarti con me, ci sarà un perché”. Che è anche un po’ il testo della canzone “Se stiamo insieme” di Cocciante. Più avanti nella storia si scoprirà che questa aveva pure le visioni, è stata quindi mandata lì per questo motivo? Il Vaticano allora sapeva del demone e della componente paranormale? E, se così fosse, perché mandare ‘sti due soggetti, invece di un esercito di esorcisti con i super liquidator ad acqua santa? Perché, altrimenti, il film sarebbe durato 15 minuti.
Un deliro poi anche il viaggio, questo prete parte da Roma, va a prendere a ‘sta tizia a Londra e poi i due vanno insieme in Romania. Ma chiamala e dille di venire a Roma o falla andare direttamente in Romania e vi si becca lì e rompesse anche poco il cazzo, ecco come si buttano nel cesso i soldi dell’8×1000. Altra cosa degna di nota: la novizia Irene a Londra, in una scuola cattolica, stava spiegando le teorie evoluzionistiche ai bambini, robe che manco oggi nel 2018, nel 1952 come minimo sarebbe finita al rogo.
Bianca e Bernie arrivano quindi in Romania e lì il francese li conduce al castello, sono passate settimane dal ritrovamento del corpo, ma il sangue sul sagrato è ancora fresco. E già lì, una persona normale, avrebbe salutato tutti i presenti e preso il primo volo per Roma e scritto nel dossier “la suora era alcolizzata ed è caduta dalle scale, fine”, e invece no, bisognava indagare a fondo. Il giovanotto li conduce quindi lì dove aveva stipato il cadavere, in una sorta di cella frigorifera comunicante con il convento, dove in genere lasciava le provviste. Entrano e trovano la morta seduta su una panca con un manto di ghiaccio addosso.
Il francese “Padre… io non l’ho messa così, io l’avevo stesa sul pavimento.”
Padre Burke “Eh ma sai, dopo la morte possono esserci degli spasmi muscolari…”
In che senso? Cioè, io stendo sul pavimento di una cella frigorifera un cadavere e dopo settimane, gli spasmi muscolari, lo fanno arrivare a sedersi su una panca? Mamma mia, poveri gli addetti degli obitori allora, questi cadaveri se li troveranno ovunque. Ecco, vedete? L’idiozia. Non vuoi parlare del demone? Ok, dici che le altre suore, malate di mente, hanno ben pensato di metterla seduta, ma non te ne uscire con la puttanata degli spasmi muscolari.
I tre entrano nell’abbazia e ad attenderli c’è la badessa, tutta velata di nero, che dice loro di poter parlare con le altre suore, ma solo il giorno successivo, quindi, per farlo, avrebbero dovuto passare lì la notte. Il francese decide di tornarsene a casa e, lungo la strada, di passaggio per il cimitero, si imbatte in una suora zombie, nulla di preoccupante, la prende con filosofia, quindi stacca un’enorme croce dal prato e se la porta dietro, fino al bar del paese. Ovviamente, dopo aver avuto la prova dell’esistenza del demonio cosa vuoi fare? Birretta per dimenticare.
Nel convento, intanto, le cose vanno assai meglio. Padre Burke, insonne, vede, in piena notte, un bambino che aveva visto morire anni prima per via di un esorcismo finito male. Qual è quindi l’unica cosa da fare? Seguirlo. Attirato nel cimitero viene spinto in una fossa con una bara aperta da questo demone burlone, che lo chiude e lo seppellisce dentro. Il sacerdote si salva solo grazie all’improbabile intervento della novizia Irene, che, grazie alle sue sensazioni, trova la fossa giusta e scava con una pala trovata lì accanto. Adesso immedesimiamoci: un demone vi fa vedere i morti e tenta di uccidervi seppellendovi vivo, cosa fareste? Ma, ovviamente, continuare a indagare nel convento con la vostra amica Irene, che domande retoriche stupide sono queste?
Il giorno seguente suor Irene riesce a incontrare alcune suore e scopre che lì pregano in maniera continua e a turni, perché, in quel luogo, fu evocato un demone secoli prima e solo grazie alle loro preghiere continue e a una preziosa reliquia, riuscivano a tenerlo chiuso lì al mondo. Vabbè.
La preziosa reliquia era un ciondolo, che ricorda lo stile Pandora, con dentro il sangue di Cristo, che funziona sui demoni un po’ come l’acido solforico sulla carne. Dove l’avevamo già vista questa cosa? In un altro film, sempre horror, ma del ’95, dal titolo “Il cavaliere del male” (che consiglio). Questa mistica collana viene recuperata da un muro grazie a una chiave molto discreta, minimal e a un fascio di luce della luna che manco in sailor moon.
Successivamente i nostri eroi scoprono che in realtà le suore erano tutte morte ed era a causa di questo che il demone si era liberato, perché non era rimasto più nessuno a pregare. Non è chiaro cosa fossero quindi quelle che ha incontrato Irene durante l’ispezione, allucinazioni del demone? Fantasmi che volevano metterla in guardia? Boh, non lo spiega nessuno. Dubito comunque fosse il demone, anche perché quando appariva lo si riconosceva dal distinto suono di ossa scricchiolanti, Valak ha decisamente bisogno di un chiropratico o ortopedico.
Un altro motivo, cruciale, che permise la liberazione della suora demone, furono i bombardamenti che l’abbazia subì durante la seconda guerra mondiale. Questo perché, ovviamente, cosa bombardare in Romania, negli anni ’40, se non il convento delle suore su una montagna dimenticata da Dio? Ecco perché i nazisti persero, per i bombardamenti alla cazzo.
Comunque, come già detto nella parte no-spoiler, verso la fine il film cambia genere, il francese imbraccia un fucile e puff. Pare di vedere The Walking Dead. Le apparizioni demoniache prese a fucilate, il mio sogno.
Con il demone Valak che dice:
“Per te è finita Francese!”
“AH AH AH, io sono franco-canadese!” (applauso scrosciante in sala)
Nella cripta, ovviamente, i tre si dividono. Un classico. Anch’io eh lo avrei fatto, ma solo se avessi avuto con me lo zaino protonico.
Il finale ve lo lascio… ma, in ogni caso, riconsiderate Sister Act prima di intraprendere la visione di questo movie.