“IT” mi ha fatto un regalo + RECENSIONE

La miniserie di IT del 1990 rappresentò per me e molti dei miei coetanei un vero e proprio trauma infantile, eppure, se la guardassimo oggi, presi magari da un delirio vintage, ci farebbe ridere. È invecchiata decisamente male e non riesco a capacitarmi di come abbia avuto un successo così prorompente all’epoca.  Forse era tutto strettamente legato alla storia, al romanzo di King e all’interpretazione di Tim Curry con il suo Pennywise. Non era un film, non aveva il budget a cui poteva accedere il grande cinema, quindi non si fa polemica sui mezzi, ma quanti prodotti a costo zero sono ancora oggi delle pietre miliari? Mi viene da dire “La casa” del ’81 costato appena 350.000 dollari, tanto per fare un esempio. Un film di 10 anni prima invecchiato sicuramente meglio.

Era quindi necessario un remake di IT? Sì, decisamente. In questo caso specifico poi non si parla manco di remake, appunto perché quella era una miniserie, mentre questo del 2017 è il primo vero film su IT per il grande schermo.

È da almeno dieci anni che si vociferava questa possibilità, poi nel 2009 la New Line Cinema acquistò i diritti dell’opera e nel 2014 venne annunciato il progetto vero e proprio. Un percorso un po’ turbolento, visto che per via di divergenze artistiche, un anno dopo, cambiò la regia e tutto il cast fino a quel momento selezionato (tranne uno dei bambini). Il film fu quindi affidato ad Andrés Muschietti, già regista del film horror La Madre (che non mi dispiacque), e il suo prodotto finale è quello che possiamo ammirare oggi nelle sale.

Premessa: IT è sicuramente il lavoro più importante e più conosciuto di Stephen King e, per godere al meglio dell’opera cinematografica, consiglierei di leggerlo in tutto il suo orrore. Io lo lessi al liceo, negli ultimi mesi mi ero ripromesso di rinfrescare la memoria, ma non ce l’ho fatta. Rimedierò sicuramente nei prossimi giorni. Mi sembra comunque molto fedele al romanzo e alcune scene controverse non sarebbe in effetti stato semplice trasporre, quindi non lo considero un punto negativo.

Il film cambia ambientazione temporale e questa la considero una scelta azzeccata. Dagli anni ’50 si passa al 1988, così poi da poter ambientare il secondo film, con i protagonisti adulti, nel 2015, quasi nel nostro presente.

Derry. Il piccolo Georgie esce di casa durante un nubifragio per poter provare la sua nuova barchetta di carta preparatagli da suo fratello maggiore Billy. La barchetta finisce in una fogna, il bambino si china nella speranza di recuperarla e lì, nella feritoia, incontra Pennywise, un clown dall’aspetto bizzarro che lo manipola adescandolo. Georgie sparisce nel nulla e suo fratello Billy non si dà pace cercando, con l’aiuto di alcuni amici, di risolvere il mistero dietro alla scomparsa di numerosi bambini in città.

Avviso che da questo punto in poi ci saranno degli spoiler.

In questo film abbiamo due tipologie di orrore: quello soprannaturale che è per l’appunto caratterizzato da questa entità mutaforma che si nutre della paura e della carne dei bambini, e quella spietatamente umana, con questi bambini assediati da adulti violenti, insensibili, irresponsabili e menefreghisti. Ognuno di quei bambini ha un vissuto familiare turbolento o proprio da assistenti sociali. Il resto della città è come impregnata di IT, come se le persone avessero assorbito tutta la negatività di quell’essere, che nel romanzo viene descritto come un alieno o come una divinità. La scena più raccapricciante, per me, è quella della farmacia. Una ragazzina fa la carina con il farmacista, per aiutare i suoi amici nel taccheggio, e il vecchio ci sta! Quanti anni dovrebbe avere Beverly? Dodici? Tredici? Lo stesso Pennywise adesca Georgie in un modo che ricorda quello di un pedofilo. Il vero orrore che si nasconde dietro alla maschera del mostro del film è quello dei rapporti umani, dei cambiamenti e della crescita adolescenziale. I bambini, anche in assenza del mostro, non sarebbero comunque al sicuro. Tra genitori violenti e bulli assassini, il pagliaccio pare quasi l’ultima delle preoccupazioni.

L’interpretazione di Bill Skarsgard è breve, ma fantastica. Il personaggio di Pennywise è talmente ben caratterizzato che ti fa quasi credere si tratti di un’assoluta novità, quando in realtà di Clow cattivi è pieno l’immaginario letterario e cinematografico, uno su tutti, ad esempio, è il Joker di Batman. Qualcuno lo ha rimembrato anche solo per un istante guardando questo film? No. L’ultimo film visto al cinema, sul tema “pagliacci malefici”, è quella cosa obbrobriosa del 2014 chiamata “Clown”. Roba da ergastolo, ma magari su quello dedicherò una recensione distruttiva specifica. Mi fa incazzare anche solo il fatto che quei 9 euro avrei potuto tramutarli in pizza.

Ho comunque delle critiche.

In un film del genere io le battute eccessivamente umoristiche e le gag da comiche le avrei evitate. Hai una situazione che ti crea uno stato di tensione crescente, non mi puoi propinare la scena del sasso in faccia o le cadute comiche, mi azzeri tutto così. No, no, no. Il pagliaccio, fantastico ok, ma il costume non è un po’ troppo creepy?  Il mutaforma l’ha scelto sperando di incappare in Mercoledì e Pugsley? No perché, in teoria, avrebbe dovuto scegliere una forma un pelino meno inquietante. I bambini piangono come pazzi quando vedono gli adulti vestiti da babbo natale, figuriamoci con un clown demoniaco del tardo 800.

Al netto di questo piccolezze il film comunque merita, consigliatissimo. Era da un po’ che non vedevo un horror decente, anche se non mi ha spaventato. Ma mi rendo conto che è un problema mio, ormai quello che vedo nei gruppi chiusi di Facebook mi “tramutarizza” di più.

Ringrazio la Warner Bros. per avermi fatto recapitare questo fantastico regalo su IT. Nel video qui in alto c’è l’unboxing!

 

6 pensieri riguardo ““IT” mi ha fatto un regalo + RECENSIONE”

  1. Secondo te, non si è puntato troppo sull’impiego dei jumpscare…A me non ha fatto provare l’ansia che mi aspetto da un buon horror fatto come si deve.
    Per tutto il resto concordo.

  2. Sono d’accordo sull’aspetto del clown… come ha spiegato il Nostalgia Critic, se vuoi attirare bambini piccoli devi quantomeno avere una faccia per cui non corrano via a gambe legate.

    Poi c’è anche il fatto che alcuni momenti di jumpscare siano annunciati con tanto di fanfara dalla colonna sonora, quando potevano puntare di più su un silenzio significativo.

  3. SPOILER ALERT!!!
    Non sono d’accordo sulla questione “Beverly”. Nel libro Beverly non è affatto goffa, anzi, King la descrive come una ragazzina carina e carismatica (è lei che tiene insieme il gruppo quando scendono da ragazzini nella tana di IT, è lei che è più brava con la fionda e a cui viene affidato il compito di colpire IT con i proiettili d’argento, magari non è la più carina ma sicuramente viene descritta come una delle più carine della scuola). Inoltre nel libro tutti i ragazzini fumano (tranne Eddie e Stan, se non ricordo male). Le personalità dei ragazzini è restata invariata:
    – Eddie è paranoico riguardo le malattie
    – Ben è cicciottello e goffo (anche se io lo avrei reso ancor più goffo)
    – Bill è carismatico (anche se nel libro lo è più di quanto lo sia nel film)
    – Stan è cagasotto ed eccessivamente razionale
    – Richie è il “buffone” del gruppo
    – Beverly la “bella e dannata”
    Forse solo Mike è un po’ più in penombra rispetto al libro ma va bene.

    Per quanto riguarda la nota “comica” a me non dispiace perchè nel romanzo, anche in situazioni dove risulterebbero assurde, ci sono delle battute o degli effetti comici (penso ad esempio a Richie che attacca IT “sfottendolo” con una delle sue voci).

    Mi trovo d’accordo riguardo l’aspetto del clown. Magari è colpa della miniserie (ormai tutti identifichiamo IT nel Pennywise di Tim Curry) ma, nel nuovo film, IT è troppo inquietante.

    Il film mi è piaciuto perchè abbastanza aderente al libro, quello che mi ha “deluso” (pur capendo la difficoltà della trasposizione cinematografica) è il modo in cui i bambini ricacciano IT in letargo e la mancanza di elementi fondamentali che, nel libro, rendono il lettore consapevole di cosa sia IT (il rito di Chud, la Tartaruga, i “pozzi neri”). Capisco che “svelare” la natura di IT nel primo film è cinematograficamente sbagliato (anche se qualcosa sembra rivelarlo nella battaglia finale) ma non sarebbe stato meglio seguire la trama come fa il libro?
    Secondo me mostrare le due battaglie contro IT parallelamente (da adulti e da bambini, così com’è nel libro) avrebbe permesso una maggiore aderenza alla trama del libro e avrebbe creato maggiore suspance nell’attesa del secondo film, che si sarebbe potuto incentrare sulle battaglie contro IT e sulla psicologia del pagliaccio (King nel libro ci fa entrare nella mente di IT, ci fa capire la sua paura, la necessità di sopravvivere, la rabbia per aver incontrato dei bambini che l’hanno quasi uccisa).

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