IL SEGRETO DI PATRIZIA CAP 4 – La verità di Agata

La vate Ornella ci sta iniziando a stuzzicare con quest’altra opera ricca di colpi di scena. Ma quale sarà il segreto di questa Patrizia? Cosa vende, esattamente, sua sorella Agata nel suo negozio? E perché il prete, nel capitolo precedente, non ha chiamato la neuro? Sono tutte domande che meriterebbero una risposta…

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54 pensieri riguardo “IL SEGRETO DI PATRIZIA CAP 4 – La verità di Agata”

  1. Siamo al lisergico spinto!
    Intanto pensiamo a patrizia che supera la piazza: “Patrizia c’è, Patrizia c’è PATRIZIA C’E’! ”

    Lusingata dall’ uomo misterioso? Ma cazzo le ha chiesto che ore erano…. se gliela chiedeva cosa sarebbe stato??
    Solita similitudine “alla cazzo” ma siamo già al tramonto…. tra quanto la luna??
    Scopriamo che in quel megastore Agata non vende solo ninnoli, fronzoli, e stoffe, ma anche gioielli! (al prossimo capitolo forse farà anche commercio di organi…. vedremo)

    Nel negozio … anche il divano! siamo già ai 300/400 mq
    Domanda retorica alla ….. come si dice? ah si alla cazzo di cane! “Ma noi lo conociamo?” No rincotonta…. non lo conosciamo, ma sarà la solita fagianata!!
    Apre la porta senza troppe pretese: anche qui frase sibillina:
    è lei che apre la porta così alla come viene… oppure è la porta a non avere pretese?? ma poi pretese di cosa? fossi io una porta vorrei avere la pretesa di potermi chiudere sulla faccia di Ornella… purtroppo porta non sono!
    L’uomo voleva riverderla? per chiederele cosa stavolta? una indicazione stradale per la neuro?
    Criptica la frase finale riguardante un bacio di rossetto una busta un biglietto e della cera…. che stia diventando ermetica oltre che completamente adusa alla più semplice grammatica ed ortografia?
    Lo scopriremo solo vivendo! (cit)

  2. Che dire… un’opera senza precedenti. Per quanto… c’era pure Timidamente Amore: se si riesce a dimostrare l’intenzione dolosa, forse le danno le aggravanti.

    1. eh… saperlo! o mi spetto anche in bella mostra un paio di reni e due o tre bulbi oculari

    2. Visto che ha un angolo delle tisane e che dopo la visita al suo negozio la donna col vestito rosso (lei era Patrizia!) ha improvvisi ritorni di memoria, allucinazioni edà giù di matto, credo stupefacenti…

    3. Il negozio di Agata deve essere piu o meno come la casa di Giulia e Sonia, non mi stupirei se tra gli articoli in vendita ci fossero un clavicembalo e Nancy.

  3. E’ sempre bellissimo leggere delle frasi buttate li a caso senza nessun nesso logico l’una con l’altra…

    1. cusami se mi permetto ma sono l’una contro l’altra…. e ora vado a pensare al futuro!

  4. – Come si fa ad aprire una porta “senza troppe pretese”? Ci si accontenta che si apra a metà? Si riflette che, in fondo, il cartone pressato non sia poi peggio del rovere?
    – “Sorridere come un tramonto di luci fatte di bellezza” è troppo contorto anche per me.
    – Ho capito tutto: il segreto di Patrizia e che lei sa indovinare la professione di chi incontra. Ha capito che il tizio è uno psichiatra e urla dal balcone per farlo arrivare in regime d’emergenza.
    – Il biglietto adiacente: compra anche tu l’unico biglietto che non sta all’interno della busta, ma accanto!
    – la punteggiatura è andata in vacanza ma noi la conosciamo?

  5. Più che il tramonto fatto di sogni e bellezza qui è la vate Ornella ad essere fatta

  6. “…cera scritto…”
    La vate descrive Patrizia come una psicolabile e la demente sotto si augura che l’amore trionfi. La tristezza, proprio.
    E comunque anche io apro sempre la porta di casa senza troppe pretese: mi piacerebbe trovarla in perfetto ordine, linda, pulita e profumata, ma non mi illudo. So che la troverò esattamente come l’ho lasciata uscendo

    1. anche io purtroppo.Ma tu il divano che pensa al futuro lo possiedi? il mio, tra cane e bambina, sospira ripensando con nostalgia al passato….

      1. Credo che anche il mio sia un nostalgico: appena comprato era un bel color panna, trasformatosi oramai in un colore indefinito tra beige e marroncino, ricoperto di peli neri (del cane). Non pensa al futuro, perché sa che la situazione può solo peggiorare

    2. Pat Pat sulla spalla di solidarietà, Ileana, per le tue ultime righe…

  7. Capitolo sinceramente deludente, con l’unico spunto decente di Patrizia che urla “Io ci sono!” dal balcone, così a caso, come i lupi che ululano alla luna in preda ad un’attrazione ancestrale (sarà questo il suo segreto?).
    Bellissimo invece il commento: quale amore dovrebbe trionfare? Quello tra Patrizia e l’uomo che ha visto solo una volta in cui le ha chiesto l’ora? Oppure a un certo punto apparirà Destino e se le tromberà tutte anche in questa storia?

  8. Sono rimasta basita, senza parole:
    -Patrizia soffre di amnesia, anzi, “ciao! Sono Patrizia e ho un problema con la memoria a breve termine!”;
    -patrizia ha dei problemi psichici, che la portano a credere che un tizio che le chiede l’ora la stia lusingando (e gli esperti si stanno chiedendo dove Ornella abbia trovato questa parola), e si mette ad urlare dalla finestra;
    -Patrizia vive in una casa dal portone senza troppe pretese…resta da capire se perché vive in una casa modesta o se è il portone che è un tipo accomodante che si accontenta.

    1. L’amnesia dev’essere un problema familiare, dal momento che anche
      Agata ha bisogno di appuntarsi la necessità di non divulgare alla
      sorella il proprio segreto.
      Piuttosto, è interessante osservare come
      nel magico mondo di Ornella non siano ancora state inventate penne e
      matite: l’unico strumento di scrittura presente nei due capolavori è il
      rossetto.

  9. Come l’uomo ha lusingato Patrizia? Come, come, COME MINCHIA, COME?!? Ha detto anche i secondi?
    “Tramonto di luci fatte di sogni e bellezza”, le solite allucinazioni che, insieme ai verbi coniugati al presente e passato nella stessa frase, sono lo stile riconoscibile dell’autrice.
    “A sua sorella Patrizia non aveva detto la verità sul suo passato ma noi la conosciamo?” Che ne so, è diventata una lezione questa? Lo sta chiedendo a me?

    Quando Patrizia urla dal balcone, mi sono messo a ridere ed immaginavo la scena con carellata in allontamento verso l’alto, stile finale speranzoso. Chissà se l’uomo l’ha sentita…

  10. “Scusa, che ore sono?” è una lusinga? Ma allora “Quel vestito ti sta proprio bene” conta come matrimonio?
    “L’uomo … sorrideva sempre” una volta su una è il 100% delle volte, quindi sorride sempre, mi pare logico.
    “come un tramonto di luci fatte di sogni e bellezza” LSD?
    Il divano è andato nel negozio per pensare al suo futuro e agata lo disturba sedendosi? Questa Agata non ha un minimo di sensibilità verso i divani!
    “A sua sorella non aveva detto la verità sul suo passato” scopriamo che in realtà il titolo è “Il segreto di Agata”

    1. ” Quel vestito ti sta proprio bene” equivale ad una proposta sconcia esplicita !

      1. “Quel vestito ti sta proprio bene” equivale quindi a “toglitelo che facciamo i doveri, e tutto sarà gioia”?
        Esatto!

  11. E’ bellissimo!!! In sole 14 righe Ornella descrive mirabilmente come ci si riduce dopo aver contemporaneamente assunto funghi allucinogeni, leccato rospi e sniffato un mix di vernice e benzina. Ci si ritrova così: uno ti chiede l’ora e tu la prendi come una lusinga, vedi sorrisi come tramonti di luci fatte di sogni, apri le porte senza pretese e, prima ancora di rendertene conto, sei sul balcone, fuori come un balcone, a urlare “IO CI SONO!!!” Il vero segreto di Patrizia è il nome del suo spacciatore, sono mesi ormai che la polizia cerca di beccarlo ma niente, prima che Patrizia si riprenda dal trip e decida di collaborare temo che passeranno altri 26 capitoli più uno.

    1. da quando ho letto la tua arguta teoria sul segreto di Patrizia non ho ancora smesso di ridere…..

  12. Io non sono blasfemo, ma qui mi viene voglia di bestemmiare!
    Ma che cazzo vuol dire che aprì la porta senza pretese? Dove solo aprire una porta del cazzo! Queste cose istigano violenza!

  13. Sapere che siamo solo al cap. 4 e che ce ne sono ancora altri 26 mi da un’euforia che non si può spiegare a parole…

  14. so che qualcuno ha scritto un libro impostato come uno scambio di mail tra i personaggi, rifacimento dei romanzi epistolari dell’Ottocento tipo ‘le relazioni pericolose’. questo è uno scambio di sms o di tweet. infatti è sgrammaticato, senza punteggiatura, e soprattutto senza un filo logico. di una cosa siamo certi, riguardo l’autrice: è italiana!

    1. A Letì, qui siamo tutti un po’ “grammar-nazi”, anche PATROS non si può sentire! ahahha, con simpatia eh, mica che t’offendi 😉

      1. Ahia, devi partire dalle basi: non è farina del sacco di Letizia, che stava solo facendo il verso alle pancine

      2. Eh, ma si vede che sei un estimatore recente del “mondo pancino”, sennò avresti colto la preziosa citazione…

      3. Mi spiace coglierti in fallo, ma la mia era una citazione dotta, presa direttamente dal mondo delle pancine…ti voglio più preparato la prossima volta ?

  15. Ma questa è matta! Ancora fissata con quello che le aveva semplicemente chiesto l ora? E come diamine si fa ad aprire una porta senza pretese? Se si apre va bene,altrimenti nulla,resto fuori casa??? E il divano messo nel negozio per pensare al futuro? Ma chi deve pensare al futuro? Il divano? E sta cosa del rossetto sulla carta? Ma io nn lo so…

  16. … ? in che senso????? ..
    ?
    Non vedo l’ora di leggere il continuo …
    Voglio conoscere la verità sul suo passato anch’io… ??

  17. Noi conosciamo la verità sul passato di Agata? No. Forse la petalogia…
    Patrizia entra in casa senza troppe pretese e poi come una pazza urla “io ci sono” dal balcone ! hahaha! Essendo una storia vera le avranno fatto penso il TSO!
    Sulla busta “cera” (pelle d’oca).
    Addirittura in questo capitolo ci sono i paragrafi, ma adesso oltre non esserci la punteggiatura, incominciano a scarseggiare i punti. Capitoli da leggere tutti d’un fiato … sono in apnea!

  18. Va detto, perché va detto, che oggigiorno tutti apriamo le porte di casa senza troppe pretese. Sarà la crisi.
    Vi saluto sorridendo con occhi brillanti, come un’alba fatta di musica e poesia.

    1. Anch’io ormai, con questa crisi, quando vado a svaligiare gli appartamenti apro le porte di casa senza troppe pretese.

  19. All’epoca la vate ancora non aveva scoperto il significato di “adiacente”.
    E aveva dei dubbi pure su “senza pretese”.

    Ma con le trame già ci sapeva fare.
    Una specifica frase descrive molto bene le sensazioni che questi scritti sanno suscitare, anzi, un pezzo di una specifica frase: sorrideva sempre come un tramonto di luci fatte. Punto.

  20. impagabili
    1) “il divano che era li – senza accento :0 – nel negozio per pensare al futuro”
    2) “la porta senza troppe pretese”

  21. “L’uomo aveva gli occhi brillanti e sorrideva sempre” ok, abbiamo trovato il serial killer.
    Non ho capito, Patrizia abita in un corridoio che collega direttamente porta d’ingresso e balcone? A sto punto che si trasferisca nel negozio di sua sorella, tanto lì di spazio inutile sembra essercene quanto ne vuole.

  22. Ma non è che il segreto di Patrizia, sia l’operazione a Casablanca e prima si chiamava Patrizio ?
    Nulla di male nel caso ma sinceramente se così fosse, il supplizio potrebbe finire.

  23. Timidamente amore faceva schifo, ma questo raggiunge vette di schifitudine inesplorate. E’ completamente senza alcun senso:
    – Patrizia incontra un tizio senza orologio e parte il film sull’amore della sua vita, va bene si può anche capire a volte la solitudine ad una certa età e il desiderio di un figlio possono portare a facili illusioni. Almeno la fioraia e Giggino Destino avevano avuto una storia importante di un paio di ore conclusasi in un parcheggio di un centro commerciale. E lui la stalkerava da tempo, tanto da farsi dare la rosa e quell’altra cosa che non ricordo da Giulia.
    – Patrizia se ne va dal prete dicendo che deve incontrare qualcuno e poi, un capitolo e ben 2 righe dopo, torna a casa senza aver incontrato nessuno e “senza pretese” (qualsiasi cosa voglia dire). Capisco che è una storia vera e che anche io quando il prete mi dice di andare in chiesa invento impegni improcrastinabili ma c’è un limite anche alla spazzatura che si scrive.
    – Nel capitolo precedente la sorella la chiama dicendo di andare di corsa perché aveva ricevuto una telefonata e poi quando Patrizia chiede chi era al telefono dice: “non è importante vattene, ma era meglio che tu sapessi”. Sapere cosa se non dici niente? L’avesse fatto mia sorella sarei rimasto figlio unico.
    Capiamo tutti che è difficile mantenere una coerenza nel comportamento dei personaggi in romanzi di 1000 pagine ma in un raccontino che starebbe su di un tovagliolino da pasticceria non dovrebbe essere impossibile.

  24. La domanda buttata a caso fa riprendere quota all’ipotesi che Annarita e Ornella siano la stessa persona.
    Questo insistere sulla conferma della sua identità e il fatto che si metta ad urlare dal balcone, mi ha fatto prendere in considerazione l’idea che abbia visto il film “Emma sono io” oppure che abbia lo stesso problema della protagonista

  25. Anche Patrizia che si fissa con il primo che le ha chiesto l’ora. Il suo segreto è
    la voglia di pene. E non è il plurale di pena.

  26. È normale che tutto questo sia diventata una droga per me? Aspetto con ansia la pubblicazione settimanale di questa sottospecie di racconti, e mi chiedo se a non essere normale oltre ad Ornella, lo sia anche io. ☹️

  27. In qualsiasi negozio c’è un divano per sedersi e poter pensare al futuro!

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