Gli insulti alla coppia di C’è Posta per Te

Confermo quanto detto varie volte in precedenza: io non ho mai visto un solo programma televisivo condotto da Maria De Filippi. Tranne, forse, quando condusse una puntata di Sanremo in via del tutto eccezionale, ma credo che quella non conti. Odio Maria De Filippi? No, anzi, tra le varie “signore di Canale 5” è una delle poche ad essermi simpatica. I suoi programmi televisivi, però, richiamano una certa tipologia di pubblico. Quindi ne faccio a meno. Perché oggi ne parliamo? Perché ieri sera la mia bacheca Facebook e la mia home Twitter sono state bombardate da post sulla coppia di donne gay che stavano a C’è Posta per te per fare la pace con la famiglia. Immagino per i soliti motivi tipici della Corea del Nord. Il video non l’ho ancora visto, ma non è rilevante.

Dal tenore dei post, visto che io seguo solo persone dotate di intelletto, mi è subito parso di capire che l’amore aveva trionfato, ma, conoscendo il pubblico della De Filippi e i recenti sondaggi politici, sono andato sulla bacheca del programma per beccare qualche commento su cui fare dibattito. Me ne aspettavo un paio, giusto da parte di quei soggetti che alternano le giornate al family day alle serata con le puttane. Ma, purtroppo, lo scenario è stato ben più agghiacciante. Una sfilza di commenti omofobi, sgrammaticati, pubblicati da gente patetica e di basso ceto sociale (e non ci si riferisce al conto corrente), che hanno rappresentato, fino a un certo punto della serata, la maggioranza. Andateci, guardate quella bacheca e cliccate su quei profili. Troverete licenzia media inferiore, foto di santini, gattini, e vecchi de merda. Sono elementi che li accomunano, questo non significa, ovviamente, che tutti quelli che non hanno studiato, o che sono vecchi, sono idioti. Tutti i pollici sono dita, ma non tutte le dita sono pollici. Cit.

Gli insulti più pesanti se li è beccati una delle due ragazze della coppia, quella con i capelli corti, “mascolina”. Del tipo, riferendosi all’altra, “se ti piacciono davvero le donne, perché vai con una che pare un uomo? Vai con un uomo vero”.

Le lesbiche “mascoline”, dette butch, non hanno proprio alcun interesse a diventare uomini, né si sentono uomini. A meno che non si parli di un trans. Semplicemente gli piace e sono a loro agio vestite in un determinato modo, ma questi trogloditi potranno mai arrivarci? Trattandosi di persone semplici, ignoranti, ripeto, già è un miracolo che abbiano capito l’esistenza dell’omosessualità, ma è assolutamente inverosimile che abbiano anche dimestichezza con gli studi di genere, che nel caso specifico non c’entrano manco tantissimo, ma apriamo un po’ le menti e facciamo chiarezza: sesso biologico, orientamento sessuale, identità di genere e ruolo di genere, sono 4 cose diverse.

Il sesso biologico è facile. Ci possono arrivare anche le capre. Hai il pene? Il tuo sesso biologico è maschile, hai la vagina? Il tuo sesso biologico è femminile. Facilissimo, passiamo al prossimo.

L’orientamento sessuale è la seconda cosa più semplice ed è quella a cui sono arrivati (non tutti) i coglioni. Trattasi della direzione stabile e prevalente dell’attrazione affettiva e/o sessuale verso le altre persone. Se questa è verso il tuo sesso opposto sei eterosessuale, se è direzionata verso il tuo stesso sesso sei omosessuale, se, invece, è uguale verso entrambi i sessi (o anche non al 50 e 50) sei bisessuale.

L’identità di genere riguarda, invece, come ci si sente internamente a prescindere dal sesso biologico. I transessuali sono un esempio. Essere transessuale, però, non significa necessariamente essere omosessuale. È su questo che in molti cadono. Puoi nascere biologicamente donna, essere attratta dagli uomini (orientamento sessuale: eterosessuale), ma avere un’identità di genere diversa, sentirti uomo. L’anno scorso misi in palio all’asta di Progetto Quasi un caffè, l’asta la vinse una coppia con l’identità di genere invertita, lei si sentita un uomo ed era vestita da uomo, lui si sentiva una donna, stavano insieme. Ed avendo anche “un pene” e “un utero” potrebbero anche fare figli alla “vecchia maniera”.

Quindi, per fare un piccolo recap, un conto è cos’ho in mezzo alle gambe, un altro è cosa mi sento di essere e un altro ancora è con chi mi piace fare sesso.

Il ruolo di genere, in fine, riguarda l’insieme delle norme e delle credenze che socialmente e culturalmente vengono associate al maschile e al femminile. La base del sessismo. Le bambine devono vestire rosa, giocare con le bambole, lavare i piatti, badare alla casa, partorire, cucinare e fare da colf al marito fino alla fine dei tempi, esempio.

“No guarda, tutti questi studi fatti da psicologi e medici negli ultimi 30 anni non mi interessano e non ho desiderio di approfondire.” Ottimo, allora chiudi la fogna quando l’argomento non sei tu, ma riguarda estranei che pensano solo ai fatti loro.

39 pensieri riguardo “Gli insulti alla coppia di C’è Posta per Te”

  1. Proprio non ti capisco: fai del cinismo il tuo marchio di fabbrica, tanto che non ti fai scrupoli a perculare disadattati come pancine o nazi-vegani, ma poi mi diventi politicamente corretto, stile giglio bianco, su migranti o altri evidenti disagiati mentali come gente che si concia o si sente del sesso opposto.

    Francamente io non vedo tanta differenza tra una pacina e un transessuale che pur avendo il pene pretende di essere considerato una donna.

    1. Non ho ben capito se i migranti sono “evidenti disagiati mentali”.
      E un’altra cosa che non mi è chiara è l’associazione “pancina/transessuale”: e se ha la vagina e pretende di essere considerato uomo a cosa lo associamo? Non sono mica solo gli uomini a volere cambiare sesso.
      Distruggere non è politicamente corretto, non c’entra niente; si mantiene umano, tutto qui

    2. Ma questo è un Troll, vero? Non ci si spreca manco tempo… Leggono e non capiscono i concetti base. Cmq, ok l’ignoranza, ma la “disforia di genere” e un bel po’ di tempo che non è più considerata disturbo mentale. Per cui il disagiato mentale è piuttosto colui che parla senza usufruire di connessioni neurali sufficienti per farlo.

      1. Di solito uso termini più “decisi” quando parlo del tizio in questione, ma non posso abusare troppo dell’ospitalità di Distruggere….

      2. No è solo che il signore è evidentemente nato senza intelletto, ma pretende di essere considerato intelligente.

      3. Il fatto che per moda del politicamente corretto non sia più considerato un disturbo, mentale non significa che no lo sia all’evidenza dei fatti. Mi dica: quelle persone che hanno disagio con un proprio arto e desiderano amputarselo sono per lei persone senza disturbi mentali? andrebbero assecondati nei loro desideri di mutilazioni fisica o curari nella loro psiche?

      4. “per moda del politicamente corretto non sia più considerato un disturbo” già sta frase dimostra che parli senza capire quello che dici 🙂
        buona vita troll

      5. Troll: nel gergo di Internet, utente di una comunità virtuale,
        solitamente anonimo, che intralcia il normale svolgimento di una
        discussione inviando messaggi provocatori, irritanti o fuori tema.

    3. Quello che non capisci è che quello da percurlare non è il più fragile ma quello che purtroppo con la sua ignoranza distrugge i diritti acquisiti con tanti sacrifici. Pensa un po’, in questo caso saresti tu!

      1. Le pancine non distruggono un bel niente, al massimo fanno del male a loro stesse e semmai andrebbero compatite perché sono labili e quindi fragili. Invece vedo che non si può dire niente dei disagiati mentali che pretendono di essere considerate donne o uomini nonostante siano biologicamente al contrario e vogliono persino che gli ormoni siano dati agli adolescenti per bloccargli lo sviluppo fisico invece di curare il disagio che gli impedisce di riconsigliarsi col proprio corpo.

      2. Le pancine non distruggono un bel niente, a parte decenni di lotte per l’emancipazione, quella stessa emancipazione che transessuali ed omosessuali ancora non hanno conquistato completamente a causa di gente di come te. A proposito, ha chiamato il secolo 1800, hanno chiesto quando torni.

      3. E le scie chimiche dove le metti?! E Renzi kcchè faaa!?!!11!1 con tutto il rispetto (e Le do del Lei perché sono educata) Lei mi puzza tanto di Buongiornissimo kaffèè e gattini.

      4. alla seconda idiozia fai una cortesia al mondo: quando scrivi “disagiati mentali” assicurati di parlare di te stesso, le diagnosi lasciale fare ai medici 😉

      5. “La nazivegana che è anche grammar nazi. ” Chiunque tu sia, sappi che a piú di mille chilometri di distanza, nutro un profondo sentimento per te.

    4. Eh, in effetti bisogna proprio essere dei disagiati mentali per salire su un barcone e cercare di fuggire da una realtà in fiamme… ?

      1. Bisogna essere disagiati mentali a pensare di venire in un paese e pretendere che la gente ti mantenga

      2. Bisogna essere dei disagiati mentali ad evadere le tasse e pretendere che il resto dei contribuenti paghi per i servizi di cui si fruisce, dalle strade all’illuminazione pubblica, dalle cure mediche a scuole, uffici, ecc. O un ladro che si sente furbo non è un ladro?

      3. A me i disagiati fanno tenerezza e mi dispiaccio per il loro destino perché chiunque abbia dei problemi mentali seri non vive una vita semplice, anzi e condannato a sofferenze che lo rinchiudono nella gabbia delle loro menti e questo non è piacevole. Da persona che studia e che ha studiato e che probabilmente non conosce i segreti del mondo ma riesce a capire quando stare zitto è un privilegio, disprezzo invece gli ignoranti, i bifolchi, quelli che non sanno distinguere tra “moda del politicamente corretto” ed evoluzione sociale, quelli che non si rendono conto del fatto che scappare non è facile per nessuno. Io sono la prima a ripudiare il dispiacere reverenziale di taluni che navigano in un “politicamente corretto” esagerato e forzato, ma la civiltà esiste da millenni e persone come lei la stanno distruggendo con il loro odio e il loro disprezzo nei confronti di persone che non lo meritano. Se a lei piace il suo pene e il suo petto villoso, allora semplicemente si stia zitto e lasci agli altri la possibilità di decidere per se stessi. È questo il punto

      4. Quando parli di disagiati mentali ti riferisci a te stesso, vero RAZZISTA di merda?

      1. Un solo commento: questo. Strano, eh? Che c’è, sei stato esiliato dalla terra dei troll?

      2. Anche l’altro fenomeno aveva un solo commento fino a tre giorni fa; ora sono quattro, quelli fatti qui

      1. Petrolio, essendo un povero demente, crede che tutti gli altri siano disagiati menali come lui

    5. Un transessuale non pretende di essere considerato donna, pretende di essere considerato umano, cosa che invece viene ampiamente riconosciuta alle pancine e negata agli immigrati. Idiota.

    6. Proprio non ti capisco

      e ti potevi fermare qui: avevi già perfettamente espresso il concetto.

  2. Ma cazzo, siamo tanti tantissimi a pensarla così, facciamoci sentire!
    Non possiamo darla vinta ai seguaci del ministro dell’odio! ?
    Dobbiamo fare qualcosa!!!

  3. Bene allora compatiamo i troll disagiati ? il nesso qui è d’obbligo,perdonatemi

  4. Premetto, di cio’ che fanno le persone del proprio corpo ho scarso interesse, mentre del metodo scientifico e del corpo di teorie che formano il sapere ho enorme interesse.
    Quando vedo espressa con tanta sicurezza la validita’ degli studi di genere la mia fronte si corruccia ed una piccola vena pulsa sulla mia fronte.
    I giornali che pubblicano questi articoli sono molto lontani da usare un peer-review degno di questo nome.
    Il seguente episodio ne è un esempio:
    https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2018/10/new-sokal-hoax/572212/
    Riassumo per chi non sappia l’inglese:
    Tre ricercatori si sono divertiti a inviare una ventina di articoli pseudo-scientifici a una quotati giornali di studi di genere (gender studies), studi sui queer (persone che non si identificano in nessun genere o altri) (queer studies), e studi sull’accettazione delle persone obese (fat studies).
    La qualità di questi articoli è appositamente nulla, tutte ricerche inventate di sana pianta, pero’ il linguaggio usato emula quello di altri articoli generalmente accettati dai giornali in questione.
    Lo “scherzo” riesce, dei 20 articoli inviati, 7 sono accettati, 8 in ancora in “peer-review”, solo 6 respinti.
    Credo sia doveroso precisare che la validità di questi studi è quantomeno discutibile.

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