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LA VERA FAMIGLIA

Categorie: BlogRiflessioni
By 28/06/2015No Comments

[su_dropcap style=”simple” size=”5″]L[/su_dropcap]a famiglia è composta da un uomo, una donna e un bambino. Punto. Ne ho davvero le ‘scatole’ piene di leggere differenti definizioni su quello che è o che dovrebbe essere la famiglia.

Non sono una famiglia: 

  • una donna vedova con il figlio;
  • un uomo vedovo con il figlio;
  • una coppia sterile;
  • un bambino con due genitori divorziati;
  • una nonna con la nipotina orfana e un cane;
  • un nonno con il figlio, il nipote orfano e un gatto;
  • due sorelle con la figlia di una delle due;
  • due fratelli con il figlio di uno dei due;
  • una zia con la nipote orfana e una tartarughina.

E altre possibili combinazioni. Deve esserci un uomo, una donna e un bambino (sono concessi anche più bambini).

Migliorie:

  • Se i due credono a una donna costola convinta da un serpente parlante a mangiare un frutto da un albero magico, ancora meglio.
  • Se i due sono dell’idea che le proprie convinzioni spirituali debbano essere imposte all’intera popolazione solo perché l’Italia è a tutti gli effetti una teocrazia cattolica, sarebbe da preferire.
  • Se la coppia, pur ignorando la differenza che intercorre tra sesso biologico, genere sessuale, identità di genere, ruoli di genere e orientamento sessuale, tende a semplificare banalmente con un “se hai il cazzo ti deve piacere la figa e viceversa”, è ottimo.
  • Se i genitori protestano contro #labuonascuola, non per gli ignobili poteri che saranno dati ai presidi o per altre idiozie renziane, ma per la postilla sul “gender”, concepita per non discriminare e non emarginare i bambini con delle diversità e per facilitare la parità dei sessi, urlando alla masturbazione in classe, alle adozioni gay o ad altre cagate che non c’entrano un emerito cazzo con la legge, benissimo.
  • Se lei poi fa la parlamentare e lui va a troie minorenni, si vince tutto (se il cognome di lei richiamasse inoltre un periodo storico e politico di piena gioia e vivibilità, meglio ancora).

Non voglio più sentire noie sull’argomento.