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IL MIO VOTO AL REFERENDUM È IL NON VOTO

Categorie: BlogRiflessioni
By 11/04/2016No Comments

Non è semplice andare sempre contro corrente, ma purtroppo le parole di Umberto Eco trovano sempre maggiore riscontro. Uno ci prova ad ascoltare le ragioni di chi protesta e di chi fa caciara, ma poi si accende il cervello e tutto diventa più chiaro.

Iniziamo dalle cose semplici: dalla lingua italiana e dalla comunicazione.

Per il Referendum del 17 aprile viene usato lo slogan “No-TRIV“, no-trivelle. Ma le trivelle non c’entrano un beneamato cazzo. 

Si tratta di piattaforme. Le trivelle trivellano, le piattaforme estraggono. Le piattaforme NON sono trivelle e quindi non trivellano. Perché usano però questo termine? Perché è un termine “emotivo-negativo”, bisogna colpire l’analfabeta funzionale insito in molti di noi e trascinarlo nel caos. Un termine per cercare di strumentalizzare. La differenza tra le due parole è sostanziale, come quella che c’è tra una pizza e un forno a legna.

Per quanto riguarda la comunicazione, invece, si viene costantemente bombardati da immagini di foche, pinguini, pesci, sirenette… etc… coperti di catrame nero. Teli neri. Babbei dipinti di petrolio vicino al gazebo in piazza. Cos’è stiamo in IRAQ e non lo sappiamo? Da dove è uscito tutto questo petrolio? La stragrande maggioranza delle piattaforme in questione, oggetto del Referendum, estrae METANO, NON PETROLIO.

Questa è solo una frode degli ecologisti che mira a una reazione emotiva, per la stessa ragione per cui si utilizza “trivelle” invece di “piattaforme”.

Girano poi le foto dei disastri petroliferi, sempre per far passare il messaggio che in Italia si campa di petrolio. Foto di disastri su piattaforme che estraggono metano non ne abbiamo? Come mai?

Quindi già da questi elementi, dalle parole utilizzate e dalle foto “promozionali”, già da queste cose mi viene voglia di dare contro, senza neanche aver parlato del VERO quesito referendario. A me basterebbe già quanto detto fino ad ora. Ma parliamone di questo quesito.

In Italia è già proibito costruire nuove istallazioni entro i 22km dalla costa. Quindi non si chiede agli italiani di proibirle, già sono proibite. Agli italiani si chiede se sia giusto o meno il rinnovo ai concessionari già esistenti fino al prosciugamento dei giacimenti. Se vincesse il “sì” non ci sarebbero rinnovi, ma non si fermerebbero comunque le estrazioni. Al termine del contratto si fermeranno, quindi non il 18 aprile come annunciano i deficienti. Se invece vincesse il “no”, si estrarrà fino all’esaurimento e poi addio.

Chi ha “proposto” questo Referendum? Otto governatori di Regione. Giusto per punzecchiare Renzi che con lo “Sblocca Italia” intende scavalcare le autonomie locali in caso di opere di utilità nazionale. Cosa se ne possono mai fregare questi otto delle piattaforme di estrazione del metano? Niente, hanno messo su questo teatrino perché non vogliono perdere neanche un atomo del loro potere decisionale, non gli sta bene che lo abbia il Governo. Detto proprio a pane e puparuol. Non vuoi Renzi a capo del Governo perché non è una cima? Giustissimo, non votarlo alle prossime politiche tra un anno. È così semplice. Ma se per te è normale fare il gioco politico di otto personaggi “x”, che con slogan e comunicazione tendenziosa desiderano usarti per fare uno sgarro al Governo… allora vai a votare sì al Referendum.

Cosa accadrebbe se vincesse il sì? Esauriti i contratti esistenti si smetterà di estrarre. Molto semplice. In Italia però il fabbisogno energetico è in continua crescita, questi geni non è che votano sì e poi bruciano l’auto per girare in bici, comunque continuerebbero a consumare energia dentro e fuori casa. Dove la dobbiamo prendere questa energia? Dalla Russia e dalla Libia. Regaliamo soldi agli stranieri giusto? “Eh ma le energie rinnovabili… blablabla…” Non esiste alcuna contraddizione fra lo sviluppo delle rinnovabili e l’estrazione del metano. La fase di transizione sarà molto lunga per questo “passaggio”, ci vorranno comunque 40 o 50 anni e le due cose possono tranquillamente coesistere, come già accade. Perché al netto dei complottisti fanatici è estremamente complesso convertire l’intero comparto energetico dagli idrocarburi al nuovo. Solo i babbei possono credere che dopo la vittoria del sì si passerà al solare. Dopo la vittoria del sì si telefonerà a Putin “Vladimiro prendi carta e penna che il prossimo ordine sarà più sostanzioso.”

Chi appoggia il Sì al Referendum?

Salvini, Forza Nuova, Casapound, i nazivegani-animalari… In genere basterebbe fermarsi al primo nome. Vedi cosa fa Salvini e tu fai l’opposto, è una regola d’oro che funziona sempre. Poi ai gazebo si trovano sempre quei personaggi con metà capelli rasta, metà rasati, 30 cani e outfit H&M. Quelli che appunto possono permettersi di stare senza fare niente intere giornate.

Per cosa voterò io? Io non voto. Se si raggiungesse il quorum vincerebbero i sì, questo perché in Italia a maggioranza non ci sono tutti Umberto Eco e Rita Levi Montalcini, quindi per chi preferisce il “no” sarebbe meglio non votare affatto.

EDIT:

Mi fanno sorridere alcune obiezioni di illustri commentatori sulla pagina.

“Queste piattaforme risolvono solo l’8% del fabbisogno energetico, si può fare a meno!”

Parlano come se si riferissero alle caramelle che alla befana si danno in parrocchia. Non hanno capito che si tratta sempre e comunque di miliardi di euro.

“Se le piattaforme non sono trivelle come fanno i buchi per estrarre la robaaaaa?”

Nella favola “La trivella e l’idiota” si racconta che prima arriva la trivella che fa il buco, trovato il gas si costruisce la piattaforma e poi si succhia. Qui la piattaforma già c’è, il buco anche perché la trivella lo fece anni fa, si succhia pure già… bisogna solo decidere se continuare o meno a succhiare. Proviamo con un esempio per bambini disadattati: hai una lattina di coca-cola aperta, la cannuccia… dobbiamo decidere se hai o meno il permesso di bere. A cosa cazzo ti serve un trapano? QUESTO REFERENDUM NON RIGUARDA LE TRIVELLE.

“Chi non vota è un incivile”

Il non-voto al referendum abrogativo non equivale al non-voto alle elezioni. Ma non tutti possono saperlo, sempre per lo stesso discorso di Umberto Eco. Il non-voto alle elezioni vale niente, il non-voto al referendum costituzionale vale niente, il non-voto al referendum abrogativo vale come NO e come NO-QUORUM. Si vuole modificare una norma che è già in essere, se la norma ti sta bene non serve andare a votare. È così banale come concetto, ma ad alcuni servono proprio i disegnini.