I poco attenti si chiederanno: ma da quando questo blog parla di diritti? La risposta è “da sempre”. Lascio alcuni articoli vecchi, sempre sul tema dei diritti, pubblicati qui quando ce ne era più bisogno.
Bene, visto che il tema che tiene banco ormai da mesi è il tanto discusso DDL Zan, ho pensato di fare qualche domanda alla Senatrice Monica Cirinnà, la prima firmataria della legge sulle unioni civili che è ormai in vigore da più di quattro anni.
Monica, sei di famiglia cattolica, sei eterosessuale, sposata felicemente con un uomo, ma chi te l’ha fatto fare di impelagarti su questi temi che fanno imbestialire i protettori della famiglia tradizionale? Non potevi dichiararti contraria anche tu con figli fuori dal matrimonio come la Meloni, organizzare cene eleganti come Berlusconi o collezionare famiglie come Salvini?
Io credo nell’amore e nella libertà delle scelte. E ho cercato sempre di vivere – privatamente e pubblicamente – in coerenza con questi valori. Non posso sopportare l’idea che ad alcune persone, alle loro vite e ai loro amori siano negati riconoscimento e pari dignità solo perché ritenuti “diversi” o lontani da un presunto modello “naturale” o maggioritario.
In occasione dell’approvazione della legge sulle unioni civili, che porta il tuo nome, le opposizioni denunciarono praticamente tutte le cose che stanno denunciando adesso sul DdL Zan. L’ostruzionismo all’epoca si aggrappò principalmente allo spauracchio “dell’utero in affitto”, ti risulta che in questi ultimi cinque anni ci sia stato un boom di coppie omosessuali, unite civilmente, che ne hanno fatto uso? O erano fregnacce all’epoca così come lo sono oggi?
Non credo che le percentuali siano cambiate, francamente. E soprattutto, non sono cambiate le proporzioni tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali: sono queste ultime, lo sono sempre state, la stra-grande maggioranza di coloro che ricorrono alla gestazione per altri. Ma fa rumore solo quando si tratta di coppie di uomini, come mai? Ecco una domanda che dovremmo porci, per capire il senso di certe “obiezioni”. Sempre c’è stato e sempre ci sarà chi realizza il proprio desiderio di genitorialità affidandosi alla gestazione per altri lì dove è consentita. E la legge italiana può decidere di vietare, perdendo ogni presa e ogni controllo su questa pratica; oppure potrebbe, coraggiosamente, decidere di regolare in modo da tutelare tutti i soggetti coinvolti. Ma soprattutto, la politica non può continuare a voltarsi dall’altra parte per quel che riguarda i diritti dei bambini che nascono così.
La legge Mancino è in vigore da 30 anni. Il colore della pelle fa parte della natura umana proprio come l’orientamento sessuale e oggi una discriminazione su base razziale è punita con un’aggravante. Visto che le opposizioni dicono che la legge già punisce le aggressioni, con le aggravanti dei futili motivi per le persone omosessuali, perché non evidenziano la stessa cosa per le categorie già protette dalla legge Mancino? Mi verrebbe da pensare che forse la legge Mancino vorrebbero abrogarla totalmente.
Non mi stupirebbe. Anche se ad esempio, quando alla Camera si è trattato di votare per estendere la legge Mancino anche alla disabilità – modificando il ddl Zan – Lega e FdI hanno votato convintamente a favore. Questo mi fa pensare che dietro a queste obiezioni ci sia dell’altro, e soprattutto il solito vecchio pregiudizio di matrice omotransfobica, che vuole relegare le persone LGBT+ nell’invisibilità e nell’assenza di riconoscimento. E’ molto triste, ma credo proprio sia così.
Quando sui tuoi social giungono gli analfabeti bigotti che commentano i tuoi post con frasi prese dal Levitico o da altri pezzi della bibbia, tu stai a sganasciarti dalle risate, vero?
Un sorriso amaro, perché penso che sia triste usare i simboli religiosi per questi motivi. Per fortuna ho un social media manager sempre sul pezzo, che sa come rispondere!
Per il senatore Pillon uno dei problemi principali del DdL Zan è il pezzo in cui si menziona l’identità di genere. Avete provato a spiegare al senatore che l’identità di genere non ve la siete inventata voi e che esiste a prescindere dalle sue convinzioni?
Non solo l’identità di genere esiste, ma è già riconosciuta dal nostro ordinamento. Secondo la Corte Costituzionale è il contenuto di un diritto fondamentale. Dunque, non ci sarebbe proprio nulla da spiegare, a ben pensarci. E in ogni caso spiegare ha senso quando l’interlocutore è in buona fede: mi permetto di dubitarne, in questo caso.
Fa un po’ sorridere che quelli che sono stati al governo per 20 anni con Berlusconi accusino Alessandro Zan di essersi fatto una legge ad personam?
Ecco, questo non solo fa ridere ma è profondamente falso. Il ddl Zan è un testo che tutela la libertà, la dignità e la sicurezza di tutte e tutti. Anche di chi è contrario.
In un video il senatore Pillon, rispondendo al cantante Fedez, ha dichiarato che grazie al Ddl Zan un uomo potrà dichiararsi donna e rientrare nelle quote rosa o fare l’atleta nelle squadre femminili, vanificando i diritti conquistati dalle donne, perché altrimenti lo si discriminerebbe. Io però questo pezzo, nel testo della legge, non l’ho trovato, dov’è?
Molto semplice, non c’è. E questa è un’altra delle mille falsità che vengono diffuse ad arte, per creare preoccupazione nelle persone.
Sempre Pillon dice che le “femministe” sono dalla sua parte. Saranno per caso quelle che dormivano quando lui nel 2018 tentò di far approvare il suo Ddl Pillon?
Curioso che Pillon scopra proprio adesso il femminismo italiano, le sue pratiche e le sue lotte. Davvero curioso. Scherzi a parte, ovviamente il collega ignora – o finge di ignorare – che il femminismo italiano è plurale, pieno di voci diverse. E che, con tutto il rispetto per le idee diverse, le posizioni contrarie provengono da una parte minoritaria del mondo delle donne. Mi dispiace molto che per uno strano scherzo della storia queste posizioni siano state strumentalizzate dalla destra tradizionalista.
Dopo l’approvazione del DdL Zan ci sarà modo di introdurre il tema del matrimonio egualitario?
Il cammino dei diritti non si ferma certo con la legge Zan. Una legge che, peraltro, approveremo con estremo ritardo rispetto agli altri paesi europei. Stessa situazione per il matrimonio egualitario: siamo rimasti praticamente l’unico paese fondatore dell’Unione europea che continua a trattare in modo diverso coppie eterosessuali e coppie omosessuali. Penso sia ora di fare un altro passo avanti verso l’eguaglianza: e farò l’impossibile per portare questa discussione dentro il Partito democratico. Non possiamo più aspettare.
Grazie Monica.